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"Gianpaolo Trevisi dipinge un affresco tutto nostro, ma chi siamo noi? sembra chiedersi questo viaggiatore dallo sguardo incontaminato e nello stesso tempo disincantato, di chi conosce bene l'animo umano e sa contemplare l'abisso e il ridicolo che c'è in ognuno di noi. Fiaba, sogno e nuda cronaca si mescolano lasciandoci attoniti e toccati dalla capacità di ogni uomo di portare con sé, nella stessa persona, odio e amore, distruzione e creatività, vita e morte. Leggendo avidamente queste pagine, si ha la tentazione di andare al telefono e di chiamare le belle persone a cui vogliamo bene e comunicarglielo, perché ci fa sentire responsabili, ci fa capire che se tutti andassimo nella stessa direzione, ma rispettando le vite degli altri, potremmo sorridere di più e ogni tanto guardare fuori da noi, fuori dal nostro piccolo orto, e vedere i bambini che fanno volare aquiloni e il cielo. sempre più blu". Dalla presentazione di Antonella Rossi.